Amicizia sentimento in decadimento

L’amicizia è un sentimento in decadimento a causa della pandemia ma anche delle molteplici interpretazioni e del modo più variegato di rapportarsi l’un l’altro, come pure degli eventi della vita sia essi individuali che collettivi

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Chi non si è mai espresso sul concetto dell’amicizia? Sappiamo tutti essere un sentimento tendenzialmente positivo che ha coinvolto e coinvolge praticamente l’intero genere umano. E da sempre si sostiene che in molti casi tale rapporto fra due o più persone è indissolubile (ma a mio avviso non eterno). L’esigenza di relazionare è antico quanto il mondo, in ossequio alla stirpe umana la cui esistenza (secondo la Genesi) giustifica, appunto, il bisogno di relazionarsi. Quindi, oltre ai rapporti di altra natura, quello dell’amicizia si è sempre più incrementato, ma con molte sfumature tanto da essere etichettato come uno dei sentimenti umani utili per una migliore convivenza. Ma lo sviluppo di questo “rapporto-intesa” ha assunto nei secoli connotati diversi a seconda di molti fattori come le individuali origini, il proprio grado di istruzione, i più svariati interessi, come pure la personale cultura e quella del ceto di appartenenza. Venendo ai tempi d’oggi, e per quanto riguarda la nostra realtà italiana, il concetto di amicizia in non pochi casi ha assunto toni molto marcati in negativo e, secondo le testimonianze dei nostri avi, sincerità, onestà, solidarietà, comprensione e disinteresse sono caratteristiche non più molto comuni. Ciò è assai desolante perché queste carenze hanno peggiorato molto i rapporti umani, e le cause sono molteplici, a partire dalla predisposizione alla venalità, al proprio benessere e quindi all’egoismo; inoltre, la globalizzazione, le reciproche immigrazioni ed emigrazioni, come pure certi “facili costumi”, eccessive libertà, pregiudizi, l’incomprensione e gli infiniti messaggi (anche pubblicitari) subliminali e spesso anche forti e diretti, ne hanno determinato e ne determinano in continuazione l’alterato rapporto che esula proprio dal concetto di amicizia. Tendenzialmente siamo tutti Esseri sociali e pertanto tendenti a socializzare (eremiti e misantropi a parte), più o meno intimamente vantando prima o poi la conquista di questa o quell’amicizia. Ma se amicizia esiste, o deve esistere, è necessario che il rapporto fra le parti sia solido sin dall’inizio e da questo devono emergere i migliori intendimenti volti prevalentemente a finalità comuni, sia di pari sesso che di sesso opposto anche se a questo riguardo, Oscar Wilde (1854-1900) sosteneva che «Non vi può essere l’amicizia fra l’uomo e la donna. Vi può essere la passione, l’ostilità, l’adorazione, l’amore, ma non l’amicizia». Naturalmente questa convinzione la si può smentire (ma solo in parte), in quanto si conoscono esempi (a mio avviso oggi assai rari) di vera amicizia quasi fraterna specie tra persone mature… Ma le amicizie in tutte le loro manifestazioni continuano a subire trasformazioni anche a causa di eventi naturali come le malattie, esperienze personali di vario genere vissute in modo tragico, mettendo a dura prova quel rapporto che si stava consolidando. Gli eventi come la disoccupazione, la povertà, l’assenza di affetti famigliari, divergenze di carattere politico ed altri eventi naturali come un terremoto, un’alluvione o una carestia, incidono non poco: fortificando o annullando un rapporto di amicizia. Assai attuale l’esempio della pandemia che ha unito molte persone, ma purtroppo ne ha anche allontanate, e questo a causa della soggettiva reazione nei confronti di tale esperienza anche se, va ribadito, i veri amici si trovano soprattutto nei momenti del bisogno (non fine a se stesso), di lieve entità e soprattutto nei momenti più tragici.

In buona sostanza questo aspetto delle relazioni umane è assai complesso, e non è certo con queste mie considerazioni che intendo semplificarne l’interpretazione; tuttavia, sarebbe bene che ciascuno di noi “esamini” sé stesso prima di dichiararsi amico/a, valutando nel contempo l’importanza della privacy (anche se si condivide la confidenza), esprimendo sincerità e rispetto ma con l’accortezza che siano reciproche. Infine, c’è la parentesi dei pronomi, ossia il “Tu”, il “Lei” e il “Voi”; un aspetto della relazione che sta ad indicare il grado di confidenza (e in taluni casi anche di pudore), ma che spesso vengono usati in modo inadeguato, se non addirittura con un piglio di ipocrisia. A questo riguardo c’è chi sostiene che non è il pronome che determina il valore di un’amicizia, ma a mio modesto avviso in taluni casi la cosiddetta “distanza confidenziale”, non è detto che non favorisca o condizioni un rapporto di amicizia; ma è comunque importante mantenere in atto quell’intesa iniziale… prevenendo ogni possibile devianza e delusione. Un’ultima osservazione: sovente tra amici si commettono errori e involontarie indelicatezze e, in questi casi, la correttezza vuole che ci si scusi (sinceramente); ma purtroppo a volte non si bada a questa apparente “formalità” che, anche se sincera, non è creduta. Ennesima conseguenza di una  false friendship!

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