Vaccini e proteste anche al tempo di Napoleone ed Elisa

Pietro Nocchi- Ritratto di Elisa Bonaparte e sua figlia Elisa Napoleone

Campagna di vaccinazione obbligatoria, DPCM, medici e proteste contro il vaccino, accuse di inganno nei confronti delle autorità sanitarie. E anche multe e carcere per chi non si vaccina, esercito a carico dei malati a presidiare le quarantene, ricompense a chi denuncia contagiati, medaglia d’oro ai medici che vaccinano di più. Così i decreti e le cronache di 200 anni fa, quando una epidemia di vaiolo colpì ancora tutta Europa e anche Lucca, ma anche quando Elisa Bonaparte Baciocchi principessa di Lucca e Piombino portò da Parigi medici specializzati e il primo vaccino, scoperto da pochi anni, istituendo una rete per garantirlo gratuitamente a tutta la popolazione e vaccinando per prima la figlia Napoleona Elisa, una bambina di appena 14 giorni.

A ricordare l’epidemia di vaiolo del 1806 è l’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana”, che da anni si dedica allo studio e alla divulgazione della conoscenza delle tracce dei napoleonidi in Toscana e in particolare alla figura di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella dell’Imperatore e prima donna al governo di Lucca dopo 4 secoli di repubblica oligarchica.

L’origine del vaccino

Le epidemie di vaiolo sono state frequenti, con le loro migliaia di morti, fino a tutto il XVIII secolo – spiega Roberta Martinelli, storica e presidente dell’associazione, che insieme a Velia Gini Bartoli e Simonetta Giurlani Pardini ha realizzato nel 2016 la mostra “Lucca napoleonica: appunti sulla città” a Villa Bottini in cui ha esplorato anche la vicenda dell’arrivo del vaccino a Lucca -. La pratica di prevenzione utilizzata a fine Settecento, chiamata vaiolazione, si basava sull’inoculazione di siero proveniente da malati di vaiolo umano. I casi di guarigione erano però piuttosto rari, tanto che la stessa categoria di medici era molto divisa e la Chiesa condannava addirittura la violazione come attentato alla vita di chi sarebbe stato più opportuno affidare alla volontà di Dio.

Nel 1796 il medico inglese Edward Jenner notò che alcune categorie di lavoratori a contatto con cavalli, pecore, tacchini e soprattutto mucche ammalate di vaiolo (vaccino), in caso di contagio superavano bene la malattia che si presentava con caratteristiche piuttosto lievi e, soprattutto, che questi soggetti rimanevano immuni dal contagio del molto più pericoloso vaiolo umano. La scoperta, straordinaria se valutata nel contesto delle conoscenze scientifiche del tempo, significava che una malattia poteva proteggere da un’altra malattia ed è per questo che il vaccino si chiama, oggi, così: il siero proveniente da un ammalato di vaiolo vaccino (cioè di mucca) permetteva la guarigione dal vaiolo umano”.

Anche 200 anni fa non mancarono le polemiche, nonostante grazie al vaccino e a un lungo percorso di vaccinazione su scala mondiale, oggi il vaiolo sia stato debellato. “Nel maggio del 1800 – prosegue – Napoleone organizzò un Comitato di Medici che doveva predisporre dei centri di vaccinazione gratuiti in diverse zone di Parigi mettendoli a disposizione di tutti i cittadini. Questa decisione scatenò un’ondata di polemiche all’interno delle quali le stampe satiriche, inglesi e francesi, svolsero un ruolo di grande rilievo a sostegno della violenta campagna scatenata contro questa pratica giudicata non solo pericolosa ma anche immorale da una Chiesa che, attraverso i parroci, esercitava forti pressioni nei confronti delle famiglie”.

I Bonaparte e la vaccinazione. “Napoleone comprese subito l’importanza di questa scoperta, tanto da superare in questo caso la rivalità che storicamente lo opponeva all’Inghilterra e nel maggio del 1800 istituì un comitato di medici presieduto da Luciano Bonaparte e Maurice Talleyrand allo scopo di promuovere una collaborazione scientifica con gli inglesi. A Parigi, a partire dal 1801, negli ospedali, negli ospizi, nelle scuole e nelle prigioni vennero istituiti centri di vaccinazione su base volontaria. I Bonaparte, dopo Elisa, ‘sperimenteranno’ sui loro figli il vaccino: Luciano sulla figlia Carlotta e nel 1811 Napoleone su suo figlio, il Re di Roma.

Fu il Principato di Lucca il primo Stato ad istituire l’obbligo vaccinale gratuito per decreto, obbligando tutti i medici alla somministrazione del vaccino e tutta la popolazione a vaccinarsi, pena la multa o l’arresto in caso di impossibilità a pagare. Nel decreto emanato il 25 dicembre 1806 si definisce la scoperta del vaccino ‘un dono, che la Provvidenza ha fatto all’umanità’.

In precedenza, il 9 ottobre 1805, giusto all’inizio della gravidanza della Principessa Elisa, Felice Baciocchi aveva emanato un decreto in cui istituiva una commissione specifica per il vaccino. Tra l’altro si stabiliva che nessun fanciullo potesse essere accolto negli stabilimenti di pubblica beneficenza senza essere vaccinato. Questo valeva anche per ‘l’Ospedale dei bastardi’. Il decreto non aveva avuto però i risultati sperati”.

I prossimi appuntamenti con Napoleone ed Elisa

L’associazione ricorda che il 15 agosto ricorre la nascita di Napoleone, avvenuta nel 1769, e che i prossimi appiuntamenti culturali sono lunedì 23, martedì 24 e mercoledì 25 agosto 2021 al Real Collegio alle 21,30 con le serate napoleoniche e martedì 31 con lo spettacolo teatrale “Erano tre sorelle”. L’ingresso è libero con posti limitati e obbligo di esibizione del Green pass, con accesso da via della cavallerizza a partire dalle 20,45 per consentire i controlli.

Info su http://napoleoneeilsuotempo.wordpress.com e su www.facebook.com/napoleonidi

Per un approfondimento sulle novità in ambito igienico-sanitario introdotte dai napoleonidi

“Durante il Principato dei Baciocchi (1805-1814), Lucca ha avuto la sua occasione di diventare capitale di uno Stato nel significato più “moderno” del termine – approfondisce Martinelli -. Grazie all’intelligenza politica e all’ampia visione europea di Elisa Bonaparte Baciocchi, il piccolo Stato lucchese ha affermato la sua centralità su una vasta area territoriale, realizzando audaci soluzioni urbanistiche all’interno e all’esterno della città, avviando importanti riforme in campo istituzionale, legislativo e sanitario in linea con l’introduzione del codice civile voluta da Napoleone per regolare i rapporti tra i cittadini e con l’introduzione di nuove norme igieniche a vantaggio della popolazione contro il proliferare delle malattie, a partire dall’obbligo di tumulazione nei cimiteri pubblici esterni alle città con l’editto di Saint Claud. La Principessa Baciocchi ha scosso nel profondo la sobria tradizione architettonica lucchese, a partire dalla trasformazione del severo Palazzo Pubblico in una reggia sfarzosa molto più adatta alle esigenze di una corte principesca nuova di zecca, così come l’apertura di Piazza Napoleone per migliorare l’impianto scenografico della residenza dei Principi. Il suo modello è stato la nuova immagine di Parigi che Napoleone aveva affidato agli architetti Charles Percier e Pierre-François-Léonard Fontaine. Molti di questi progetti hanno subito una battuta d’arresto dopo l’improvvisa partenza dei Baciocchi da Lucca nel marzo del 1814, dopo la caduta di Napoleone, ma della loro validità testimonia il fatto che tutti furono completati durante il governo di un’altra donna: Maria Luisa di Borbone.

A Parigi, il forte aumento della popolazione nel periodo postrivoluzionario e le crescenti difficoltà di approvvigionamento di acqua potabile furono elementi determinanti per il dilagare di epidemie che portarono Napoleone già nel 1802 a promulgare un decreto per rifornire le fontane cittadine attraverso la creazione di un nuovo canale. Fu sempre con il Decreto Imperiale di Saint-Cloud del 2 maggio 1806 che Napoleone ordinò che: “l’eau conlera dans toutes les fontane de Paris, le jour et la nuit, de maniere à pourvoir nonseulement aux services particuliers et aux besoins du public, mais encore à rafraichir l’atmosphere et à laver les rues”. Napoleone trasformò così quella che era una funzione monumentale in una di “servizio” affermando il suo concetto globale di organizzazione della città potenziando non solo l’erogazione di acqua potabile ma posizionando quindici nuove fontane nei quartieri più affollati, nei mercati e nelle zone più marginali di Parigi.

A Lucca, anche se il tema della salute pubblica e dell’approvvigionamento di acque potabili si era affrontato già nella prima metà del XVIII secolo, fu solo dopo l’arrivo di Elisa Baciocchi che si istituì, nel 1806, il Consiglio dei Ponti ed Argini, organizzato sul modello di quello francese composto da dieci ingegneri iniziando a lavorare sul progetto per un nuovo acquedotto. I lavori preliminari furono affidati al capomastro lucchese Pietro Domenici per i condotti dell’acqua a partire dalle sorgenti del Fico inizieranno nell’agosto del 1808 e proseguiranno per tutto il 1809 come risulta dal documento firmato il 6 gennaio 1810 dall’ ing. Giuseppe Duccini. Elisa nel corso del 1810 commissionò tre nuovi progetti a tre diversi tecnici: Giacinto Garella, Giuseppe Duccini e Charles de Sambucy. Questi progetti vennero inviati il 28 settembre 1810 a Parigi per una valutazione definitiva da parte degli architetti di fiducia di Napoleone, Percier e Fontaine. Appena un mese dopo da Parigi giunse la risposta firmata dal Marchelli che individuava nel progetto proposto dal Sambucy la soluzione più idonea. Ma il siluramento del Sambucy, accusato ingiustamente di incompetenza per lo straripamento del Serchio nel novembre del 1812, comportò la sua sostituzione con un nuovo direttore dei lavori, l’ing. Antoine Hyppolite Saint-Aubin. La caduta di Napoleone e la partenza di Elisa da Lucca comporterà l’interruzione dei lavori che saranno ripresi solo nel 1822 con Maria Luisa di Borbone che realizzerà il progetto francese.

Il progetto “Da Parigi alla Toscana: il gusto di vivere al tempo di Napoleone e Elisa” (http://napoleoneeilsuotempo.wordpress.com) è nato nel 2007 sulla scia del rinnovato interesse verso il periodo napoleonico lucchese e toscano, stimolato dalle mostre e dal lavoro realizzati a partire dal 2002 dalla dottoressa Roberta Martinelli a Palazzo Ducale, e comprende iniziative che si svolgono durante tutto l’anno in diversi luoghi della Toscana (Lucca, Livorno, Elba).

In questi anni ha preso vita una lunga collezione di eventi, tra cui si ricorda la mostra che Roberta Martinelli e Velia Gini Bartoli hanno curato ed allestito al Musée de l’Armée di Parigi, dal titolo “Avec Armes et bagages. Dans un mouchoir de poche” (2012 –2013) con la partecipazione di 25 soggetti tra musei, biblioteche internazionali e raccolte private, nata in seguito alla mostra “Mito e Bellezza” (Lucca, 2009-2010).

Grazie agli studi inediti condotti in archivi italiani e francesi, recentemente è stato riportato all’aspetto originario il Palazzo dei Mulini di Portoferraio, reggia imperiale di Napoleone all’isola d’Elba, nella suddivisione degli spazi e nelle facciate che egli aveva voluto. L’intervento è oggetto del volume di Roberta Martinelli e Velia Gini Bartoli “Napoleone Imperatore, imprenditore e direttore dei lavori all’Isola d’Elba”, Gangemi 2014.

È stata presentata nel maggio 2015 all’Archivio di Stato di Lucca una preziosa scoperta tutta toscana: la cravate che l’Imperatore lasciò all’Elba, sul suo cuscino, la notte della fuga, mentre nel 2017 l’associazione ha presentato al pubblico due frammenti di tessuto ricamato del tempo di Elisa e Napoleone, di committenza principesca. Sempre del 2017 la collaborazione con il Centro studi Luigi Boccherini per un omaggio al musicista lucchese e alla sua musica per il ballo del Fandango, e la tavola rotonda in preparazione del VII Forum Consultivo degli Itinerari Culturali del Consiglio D’Europa “I Bonaparte a Lucca e in Toscana: i percorsi napoleonici fra storia, turismo ed enologia”.

Nel 2018 l’associazione ha approfondito gli aspetti legati al costume e all’etichetta nelle feste e nei balli di corte, partecipando alla manifestazione “Il Desco” ed avviando anche una collaborazione con la Fondazione Carnevale di Viareggio.

Nel 2019 e 2020, dove reso possibile dalla pandemia, l’associazione ha proseguito con le attività di divulgazione con incontri e lo spettacolo di reading teatrale e musicale dedicato a Elisa e interpretato da Cristina Puccinelli nei panni della Principessa e Anna Livia Walker all’arpa.

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