L’UNIVERSALE MONDO DELLA POESIA

Dalla adorazione per il bello estetico di Francesco Petrarca alla profonda considerazione umana di Nazim Hikmet

di Ernesto Bodini (giornalista e critico letterario)

Petrarca

Più passano gli anni e più universale (voglia Iddio) diventa il mondo della poesia popolato da moltissimi autori, in parte in erba in parte affermati. Personalmente, in epoca scolastica ho avuto modo di apprezzare il Petrarca (1304-1374) che, commentandolo all’insegnante di italiano, quell’anno mi alzò la media dei voti. In particolare ricordo di aver parlato per quasi mezz’ora  e anche se oggi ho dimenticato i vari passaggi di quel “monologo”, mi è rimasta impressa la mia profonda immedesimazione nel suo amore per Laura, un amore che si è andato modificando negli anni ma sempre sostenuto dalla progressiva maturazione dell’animo del poeta. Una costante che ha evidenziato la bellezza fisica dell’amata, ancora più delle doti morali, un atteggiamento di adorazione di quella dolce Creatura per la sua bellezza, un richiamo al cosiddetto Dolce Stil Novo che tutto sommato non trascura (a priori) la preziosità interiore dell’amata. Questa breve rievocazione faceva parte di quella interrogazione di fine d’anno facendomi guadagnare un bel “Otto”, e oggi mi dolgo per non rammentare l’intera esposizione, ma in ogni caso il fatto di ricordare quella tappa rende onore al mio spirito di sentimentale… in realtà mai sopito, sia pur in parte modificato: un conto è la “ingenua” purezza dei 15-20 anni un altro quella dell’uomo maturo e magari un po’a attempato. In tempi più recenti ho avuto modo di avvicinarmi a poeti di elevato valore etico-morale e quindi altamente umano come il turco Hazim Hikmet (1902-1963), autore di grande spicco del suo tempo che oggi ha lasciato un’impronta di grande comunicativa, tanto da affermare: «Voglio essere capito e letto dal maggior numero possibile di persone». Notevole è la sua produzione, in particolare Poesie d’amore (Mondadori ì) e Poesie (Newton Compton Editori), ma un ulteriore saggio della stessa lo si può apprezzare dal supplemento “Hikmet” (della serie la grande poesia) al quotidiano La Repubblica di sabato 27 marzo. Una mini raccolta di 24 poesie (a cura di Maurizio Cucchi) dalla quale emerge tutto il sapore e la bontà di uomo dai grandi ideali politici e patriottici, tanto da subire periodi di detenzione durante i quali ha pubblicato Paesaggi umani, un poema di 70 mila versi, in cui uomini e donne prendono vita: compagni di pena, custodi, infermiere, contadini; tutte figure ritratte con intensità e vividezza di immagini e con una partecipazione che fa delle singole vicende un grandioso canto corale.

Hikmet

Volendo richiamare universalmente la bellezza femminile il poeta nel 1960 ha composto Quante donne belle ci sono al mondo, il cui testo recita: «Quante donne belle ci sono al mondo/quante belle ragazze/s’affacciano sulle terrazze della città/contemplale vecchio/contemplale e mentre da un canto i tuoi versi/si fanno più tersi e lucenti/dall’altro/devi contrattare cercando di tirarla in lungo/con la morte che ti sta accanto». Il poeta turco non si può dire essere stato particolarmente nostalgico, sia per i suoi trascorsi che per la durezza-bontà che emergono da alcuni versi, come l’acuto “monito” La vita non è uno scherzo, che credo valga la pena riproporre.

«La vita non è uno scherzo./Prendila sul serio/come fa lo scoiattolo, ad esempio,/senza aspettarti nulla/dal di fuori o nell’aldilà./Non avrai altro da fare che vivere./La vita non è uno scherzo./Prendila sul serio/ma sul serio a tal punto/che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,/o dentro un laboratorio (col camice bianco e grandi occhiali,/tu muoia affinché vivano gli uomini/gli uomini di cui non conoscerai la faccia,/e morrai sapendo/che nulla è più bello, più vero della vita./Prendila sul serio/ma sul serio a tal punto/che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi/non perché restino ai tuoi figli/ma perché non crederai alla morte/pur temendola,/e la vita peserà di più sulla bilancia». La meraviglia e profondità dei versi di questo autore, a mio avviso, continua oggi a toccare l’animo anche “più arido” nel senso estetico del vivere, offrendo una immagine concreta dell’importanza del vivere e, nello stesso tempo, partendo dalla sua realtà quotidiana e storica sino a giungere ai giorni nostri… vissuti in modo ancor più travagliato e dissennato.

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