Scienza, potere e ragione nel tempo del Covid in “Panacea letale” di Pierfranco Bruni. Una filosofia tra umanesimo, prassi e la paura della morte avanza

Uno scrittore che si mette in discussione e dialoga sulla questione della pandemia come panacea letale. Un attraversamento storico ma anche filosofico che tocca il concetto di ragione e di scienza/coscienza sino ad uno scavo antropologico tra le civiltà e i popoli.  

Un libro forte che pone al centro la ragione come scienza e la filosofia come metafisica. Pierfranco Bruni, in questo saggio dal titolo suggestivo, “Panacea letale”, edito da Ferrari, focalizza la questione del rapporto tra scienza, appunto, e potere. 

Infatti il sottotitolo è proprio “Scienza e potere”. Un sottotitolo che apre una vasta problematica tra il ruolo della politica e gli scienziati. Una problematica che parte da molto lontano e tocca addirittura anche il dibattito tra eresia e ricerca come nel caso, ben citato, di Ipazia, filosofa e matematica. Ma la questione si pone con maggior evidenza proprio in un contesto in cui l’epidemia di Covid ha trasformato civiltà e società in modo planetario. Le società sono sconvolte e le civiltà si sono trasformate e si vive in una cultura del dubbio universale. Il dubbio, dice Pierfranco Bruni, è la morte che intacca la vita delle vite del pianeta.


“La verità è ancora una ricerca da stabilire. È mai possibile assistere a televisive dispute banali? Il problema si pone. Ed è molto serio. Se la scienza riesce a guardare alla spiritualità diventa salvezza. Se vive di potere diventa dominio e sabotaggio della verità. Un’eterna battaglia che continua tuttora. Se quasi tutti i filosofi che si occuparono di scienza conobbero il marchio dell’eretico o vennero uccisi, il dialogante connubio tra epistemologia scientista e metafisica logica è un’arma pericolosa per il potere”.

Il rapporto tra scienza e potere impone una riflessione. Saggio estremo e chiaro, libello graffiante, manuale filosofico di sopravvivenza all’esistere: “La panacea letale” è tutto questo. Pierfranco Bruni configura, per renderli ancora ancora più visibili, antichi e nuovi chiaroscuri storici: dalle scoperte rivoluzionarie di Galileo Galilei alla teoria dell’universo infinito di Giordano Bruno, dalla vocazione critico-razionalistica di Giulio Cesare Vanini al Manifesto degli scienziati razzisti, sino ai domini dell’economia politica e all’emergenza sanitaria più importante della nostra epoca. 

Un tracciato che giunge sino ai giorni nostri: dalle epoche antiche alla contemporaneità. L’interrogatorio, che Bruni sottolinea, riguarda il vecchio dilemma tra sistemi culturali umanistici e cultura della prassi. Il dato filosofico scava proprio in questa dimensione che chiama panacea letale. Intanto, afferma Bruni, la paura della morte avanza.

Teodora Filomena

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *