IL PAESE IN CUI IL POTERE DETERMINA LE IRRAZIONALITÀ

Non è retorico e né fuori luogo parafrasare l’opera letteraria di

Giovanni Boccaccio specie se la realtà dei fatti corrisponde al vero

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Ancora oggi si è soliti apostrofare l’Italia come il paese del Bengodi dove esistono a iosa beni, benessere e tolleranze. E in effetti questo detto popolare di storica memoria popolare citato da Giovanni Boccaccio (1313-1375) in una novella del Decameron, ancora sussiste anche nella pratica per i costanti eccessi di smoderato permissivismo, anche al limite del paradossale, come ad esempio il classico fenomeno dei cosiddetti furbetti del cartellino, ed ancor peggio quello del timbrare il cartellino “in mutande” da parte di un dipendente pubblico prima di recarsi nella sua postazione di lavoro. Il fatto in sé non solo è paradossale ma ha dell’assurdo dal punto di vista del vivere civile e della razionalità comportamentale, ed ancora più assurdo il fatto che in un caso accaduto nel 2015  il giudice ha sentenziato (nel 2020) che timbrare in mutande non è un reato: gli abiti succinti non sono penalmente rilevanti. Questa assurdità di carattere giurisprudenziale andrebbe oltre il limite se le dipendentti di un Ente pubblico dovessero timbrare il cartellino in bikini; inoltre come si potrebbe immaginare un ministro o un uscere timbrare il cartellino (o firmare il registro delle presenze) in abiti discinti, ossia in mutande o in costume prima di presentarsi in aula parlamentare. O peggio ancora, se un impiegato di una Cancelleria di tribunale si dovesse presentare nello stesso modo, anche perché l’apparecchio della timbratura solitamente è all’interno della sede di lavoro, e non all’esterno. E va anche detto che se un dipendente di una azienda privata si presentasse sul luogo di lavoro e timbrare il cartellino in mutande, come minimo riceverebbe una sanzione o verrebbe addirittura licenziato. Questo, purtroppo, non è l’unico esempio a gettare un’onta sull’Italia che tutti affermano essere uno dei più bei Paesi del mondo, in quanto l’elenco sarebbe interminabile e a dir poco rivoltante, con l’aggravante che in fatto di Giustizia Civile e Penale il cittadino è in balia degli orientamenti sempre soggettivi dei magistrati, una casta che fa discutere giorno dopo giorno come dimostra l’attuale manifestazione degli avvocati in difesa dei diritti del cittadino e della Costituzione. E in attesa che queste rimostranze sortiscano qualche effetto, le migliaia di detenuti innocenti continuano a languire nelle carceri, peraltro sempre più affollate. Ora io mi chiedo: a cosa sono serviti, per taluni, anni di studio in materie giuridiche per conseguire l’ambito traguardo di un posto in Magistratura, previo canonico giuramento (sic!) per poi deragliare sul binario opposto della non etica e deontologia? A nulla serve richiamare i principi della Costituzione, come è solito fare il presidente della Repubblica che mai prende posizione nei confronti di eventi come quelli su descritti, mentre gli è “più congeniale e meno oneroso” decantare la Carta invitando tutti a conoscerla e a rispettarla, mentre non mi è dato a sapere quali sono le eventuali conseguenze se la stessa non è rispettata dai principali rappresentanti del Paese: senatori, deputati, magistrati, sindaci, governatori, assessori, etc. Paradossalmente è meno oneroso essere drastici nei confronti del cittadino che involontariamente sbaglia a compilare la denuncia dei redditi e penalizzarlo con multe e ammende talvolta decisamente sproporzionate. Per circostanze come queste (quasi quotidiane) e molte altre simili e di altra natura, i governanti di turno hanno tutto l’interesse a mantenere in atto la burocrazia; un’arma sempre carica che nel nostro Paese fa più vittime in ogni senso di un’epidemia di carattere sanitario. Tra queste, proprio a causa degli effetti della burocrazia, vi sono state persone che si sono tolte la vita, un omicidio di Stato sia pure indiretto che non vedrà mai sul banco degli imputati alcun responsabile; già, perché la burocrazia è sempre attivata da una o più persone appartenenti alla P.A. che mai pagheranno in prima persona, e che mai parteciperanno ai funerali delle loro vittime; anzi, se presenziassero equivarrebbe ad un ulteriore insulto alla loro dignità. Nonostante ciò sono ancora molti i creduloni che si professano patrioti o nazionalisti di un Paese del Bengodi, una sorta di fedeltà che è in antitesi con la realtà dei fatti a cominciare dal fatto di non essere da tempo una nazione produttiva e competitiva (pandemia a parte), per poi aggiungere le molteplici e perenni ingiustizie sociali aggravate dal potere e dalla burocrazia asservita allo stesso.  Del resto non dobbiamo stupirci se il potere in Italia è in mano agli ignoranti, e per antonomasia il politico (detentore del potere, appunto) è uno che non sa niente e crede di sapere tutto, grazie al quale molti cittadini saranno destinati a bere la cicuta…!

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