Ormai è quasi Natale…

di Francesca Lippi

 

Ormai è quasi Natale. Mancano sole poche ore. E tutti siamo alle prese con gli ultimi regali da incartare, andiamo di corsa per le strade delle città alla ricerca dell’ultimo cadeau, quello da regalare ad un parente che non vediamo da tempo e al quale non sappiamo proprio cosa comprare, perché non conosciamo i suoi gusti, ma lo stesso non vogliamo deluderlo e affannati ci arrabattiamo tra le varie proposte che offrono negozi dalle vetrine scintillanti e addobbate di luci,  fiocchi e ghirlande; oppure ci troviamo  già a casa, a preparare il cenone e a dare gli ultimi ritocchi al nostro salotto per abbellirlo e renderlo ancora  più accogliente, in vista dell’arrivo di quel giorno magico, quel 25 dicembre che rappresenta la festa per eccellenza, anche per chi credente non è. L’atmosfera è magica nelle strade dei paesi come in quelle delle metropoli, e ognuno di noi rivive per poche ore i suoi sogni di bambino, le attese e le speranze per l’arrivo di un Babbo Natale adorabile e infinitamente buono che carico di doni un tempo ci lasciava  qualcosa: un trenino, una bambola, un pallone. La sorpresa e la felicità per noi ragazzi era sempre immensa e ci piace pensare che lo sia anche per i bambini e gli adolescenti di oggi e- perché no- anche per gli adulti che stanno loro accanto.

Pensando a ciò che di bello possiamo avere intorno a noi e di cui spesso non ci rendiamo perfettamente conto, in questa vigilia di attesa dove nel cenone, per tradizione,  aboliamo la carne, optando per un menù a base di pesce, verdure e formaggio, vogliamo pensare ai più sfortunati, ai bambini che non possono permettersi un pasto caldo, perché nel loro paese c’è la guerra, ai detenuti ingiustamente incarcerati, a chi lotta per la pace e per l’abolizione delle differenze di genere, alle donne vittime di femminicidio e ai loro figli, ai senza tetto e non ultimi, ai terremotati del Mugello, (sono 39 le persone  che non potranno trascorrere il Natale a casa propria), e a tutta quell’umanità che adesso sta soffrendo. A loro va il nostro pensiero con queste poche righe che, lungi dal voler essere retoriche, vogliono solo ricordare a chi legge la nostra fortuna di oggi:  la condivisione con chi amiamo della mensa di stasera, ricca o modesta che sia. Proviamo ad apprezzare ciò che abbiamo e a condividerlo con piccoli gesti che possono fare la differenza. Ogni giorno e non solo a Natale.

 

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