QUANDO IL PERDONO SCONFINA IN UNA DISCUTIBILE LICEITÀ

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

 

É vero che in questo periodo abbiamo altro a cui pensare, ma quando si dimentica chi nella politica aveva un ruolo determinante facendolo pesare e sentenziando a destra e a manca, per poi cadere su diverse bucce di banane, peraltro uscendone indenne, credo che si tenda a giustificare oltre misura, e proprio per questo si debba riflettere. Mi riferisco all’autore, come tutti ricorderanno, della famosa frase d’accusa: «Roma ladrona», tanto da voler perorare quel Federalismo che è poi confluito in 21 “realtà romane” diverse creando diseguaglianze su tutti i fronti, sanità in primis. Quell’autore, che dimostrò un certo dispotisimo ed arroganza senza limiti esponendo sempre il dito medio ad ogni comizio o raduno, oltre a commettere vilipendio nel confronti dell’allora presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio dei Ministri, con l’aggravante della discriminazione etnica, fu condannato a un anno e 6 mesi di reclusione. Ebbene, a distanza di tempo, come si evince da una notizia Ansa (5 dicembre), quel “signore” (volutamente con la “s” minuscola) ha ottenuto la grazia dal Presidente Mattarella. Un atto di clemenza per l’età? Per la salute? Per il tempo trasacorso o per il suo dedito impegno politico? Forse di tutto un po’, ma sta di fatto che non è retorica se vado affermando che tale atto benevolo non sarebbe stato concesso ad un qualunque cittadino (me compreso) a parità di reati; e se questa non è ingiustizia che cos’é? Da questo ed altri esempi credo sia necessario che gli italiani si rendano conto che il nostro Paese è cresciuto con l’intento della Democrazia, ma nel contempo non è mai stato un esempio di equità, imparzialità e totale giustizia e, come torno a ricordare, le molte migliaia di detenuti innocenti ne sono una tangibile dimostrazione. Questa popolazione, in attesa che si dimostri la propria innocenza, proprio perchè è tale è palese, dovrebbe avere diritto non di avere la grazia, perché non ha commesso alcun reato, ma di ottenere la libertà immediata… con un adeguato indennizzo e relative scuse. Altro esempio di ingiustizia è dato da un ex presidente del Consiglio che, ottenuta una certa condanna, fu relegato ai servizi sociali e, secondo le cronache, pare che non abbia svolto alcun ruolo in tal senso; com’è altrettanto vero che altri “pezzi da 90” in ambito politico sono stati condannati ed hanno espiato la pena o la stanno espiando, ma quasi sicuramente per aver commesso un reato per restituire il favore a chi li ha aiutati ad emergere; già, perché in politica (se si è ben introdotti sin dall’inizio) si può far carriera ma spesso a caro prezzo…! Ora io mi chiedo, come si può decantare al popolo i valori della Costituzione se chi deve dare il buon esempio protende per graziare chi non avrebbe dovuto meritare per i molteplici e focosi trascorsi, che peraltro non avevano nulla di educativo soprattutto dal punto di vista lessicale e della mimica? A conti fatti, a mio modesto parere, sarebbe bene che tutto ritornasse alle origini, ossia la centralità dei poteri e abolire quelle frammentazioni regionali che, in non pochi casi, hanno causato l’impoverimento non di una sola Regione, bensì di più Regioni. Nel contempo sarebbe il caso di “moralizzare” ogni candidato (e suo sostenitore) al potere perchè, come ripeto, chi si vota alla politica non è certo di indole filantropica, ma di quell’idealismo che di purezza ha ben poco…, ovviamente salvo le rarissime e doverose eccezioni. La storia ci ha trasmesso che i veri paladini votati al nazionalismo ed al concetto di unitarietà erano sì degli idealisti, ma sicuramente con qualche purezza in più rispetto ai loro successori, specie delle ultime Legislature. Cosa aspettarci, dunque, per il prossimo futuro? Se le ultime generazioni non sapranno distinguere ciò che è amor patrio e ciò che non lo è, allora andremo incontro ad una “morte civile” e non ci sarà omelia che possa redimere quelle anime responsabili, e forse nemmeno accolte nell’Eden dei pentiti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *