ANALISI DI UN OSSERVATORE DEGLI INTRATTENIMENTI CHE MOLTO INCANTANO E POCO DICONO…

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

 

Sono sempre più svariati i programmi televisivi denominati “Rotocalchi” o di intrattenimento che si susseguono e trasmessi ogni giorno, per tutto l’anno. Solitamente questi appuntamenti con tanto di puntamento di telecamere prevedono ospiti in studio, uno o più conduttori e un pubblico che funge (a comando e non) da rigoroso applausometro, e magari anche con un gettone di presenza. Questa consuetudine, che si protrae da decenni, è sempre più ricca di tematiche più o meno accattivanti intervallate da martellanti spot pubblicitari, e sono proprio gli invitati ospiti sottoponendosi a”meticolose” interviste, o esibendosi in qualche performance, ad intrattenere il pubblico presente e da casa i telespettaori. Gli invitati-ospiti generalmente sono personaggi noti al pubblico (se meno noti, protagonisti di curiosi fatti di cronaca) e “detentori” di qualche potenziale “curiosità” da offrire, anche di carattere intimo tanto da… disconoscere la propria privacy. Non mi è dato a sapere con quale criterio viene prescelto il pubblico da invitare in studio, ma forse questo poco importa; tuttavia ritengo assai ipocrita che il medesimo sia invitato ad applaudire ad ogni affermazione degli stessi ospiti: se le affermazioni sono “ad effetto” il battimani con relativa inquadratura delle telecamere è inevitabile, talvolta prolungato ed accompagnato da espressioni mimiche o vocali di compiacimento…; naturalmente sotto la regia del presentatore. Ma indipendentemente dal fatto che questi programmi siano in diretta o registrati, mi chiedo se tutte queste persone più o meno compiacenti abbiano molto tempo per presenziare a questi intrattenimenti che, se non di carattare politico o culturale, la gran parte sono di indirizzo ludico e di smaccata curiosità per confluire nell’esibizionismo, nel pettegolezzo, nell’invadenza, nella maldicenza e magari anche con qualche illusione di potersi inserire in quegli “allettanti” ambienti per posizionarsi ulteriormente. Da quando esiste la televisione il popolo italiano (tanto per restare in casa nostra) è sempre più incline a questi presenzialismi attirati dalla calamita della cosiddetta scatola video-parlante, dove il concetto di Persona, a mio avviso, tende a sminuirsi per lasciare il posto ad una figura più retorica che ben si confà all’apparire piuttosto che all’essere. Dunque, è così che deve crescere un popolazione sempre più soffocata da problemi esistenziali non di poco conto (compreso l’analfabetismo di ritormo), che non riesce ad affrontare e tanto meno risolvere? Nel rispondere non si vuol certo negare che svaghi e distrazioni compensano in qualche modo le amarezze quotidiane della vita, ma il voler partecipare a questi intrattenimenti con il principale scopo di carpire le intimità altrui, seppur offerti da queste programmazioni, e dare libero sfogo anche a pettegolezzi, non mi pare che la Persona possa definirsi intimamente matura…

Per non parlare poi dei programmi trash sempre all’interno di salotti come ad esempio il patetico “Uomini e Donne” che ospita un nugolo di persone più o meno attempate, di ambo i sessi (le cui donne ostentano parte delle proprie grazie sia pur nei limiti); un programma televisivo ideato e condotto da Maria De Filippi in onda su Canale 5 dal 16 settembre 1996, nato come versione “adulta” del precedente talk show “Amici” della stessa De Filippi. Dialoghi e battibecchi tra pretendenti scivolando in confidenze ed allusioni per giungere ad ideare possibili “unioni” che di sentimento, a mio avviso, hanno ben poco… perché i sentimenti generalmente sono espressione dell’animo che merita un minimo di pudore, rispetto e non una pubblica ostentazione. Ma si sa, l’esibizionismo e l’eccentricità hanno bisogno di acclamazione, condivisione, contestazione e quanto di non meglio si possa dire! Conoscere personaggi dello spettacolo, del cinema o dello sport attraverso interviste “da salotto ciarliero”, è curiosità fine a se stessa; mentre conoscere personaggi il cui operato per la scienza e l’umanità viene messo in risalto in contesti diversi, non è mera curiosità ma conoscenza di ciò che eventualmente si può acquisire ed imparare a valorizzare quanto ci potranno lasciare in eredità per il bene comune. Nel corso della mia attività giornalistica ho conosciuto ed intervistato diversi personaggi noti al pubblico, non per mia curiosità o solo perché famosi, ma per dovere professionale e per acquisire il loro sapere di scienza e di cultura… veri e propri maestri di vita, saggezza e lungimiranza che nel tempo il più delle volte si è concretizzata. Quindi, nel mio caso, non beceri incontri da salotto ma di vero e proprio apporto umano… al di fuori della scatola parlante!

La foto in basso è tratta da Il Sussidiario.net

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