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A Salisburgo, Mertens ha dimostrato di essere tornato Mertens

Il gol arriverà. In Austria è sempre stato nel vivo del gioco, è tornato scattante e leggiadro. Anche nell’intervista a Kiss Kiss Napoli è parso leggero, sereno.

A Salisburgo, Mertens ha dimostrato di essere tornato Mertens

Non è da questi particolari che si giudica…

Troppo spesso, il giudizio della prestazione di un attaccante è legato a un codice binario: se segna, il giudizio è positivo; se non segna, il giudizio è negativo. Ci permettiamo di non aderire a questa visione. Abbiamo letto e ascoltato commenti non entusiastici della prestazione di Mertens a Salisburgo, e francamente non siamo d’accordo. Mertens non ha segnato, è vero; Mertens ha segnato decisamente meno rispetto alle due stagioni precedenti, è un fatto inconfutabile (ma con una serie di attenuanti e considerazioni che faremo poche righe più sotto); ma a Salisburgo Mertens ha giocato una grande partita. È stata, oseremmo dire, una delle anime della squadra.

In Austria è sempre stato nel vivo del gioco

Se vogliamo solo rimanere ai dati pubblici di whoscored.com, Dries – che è uscito all’87esimo – ha toccato 62 palloni. In questa speciale graduatoria, è stato il quarto calciatore del Napoli (e ha giocato sette minuti in meno). Più palloni di lui hanno toccato Mario Rui (85), Fabian Ruiz (66) Hysaj (63). Mertens è stato sempre nel cuore del gioco del Napoli. E francamente ci sembra strano non essersene accorti. A noi è parso tornato leggiadro, con movimenti rapidi. Nel primo tempo, ci ha deliziati con quel triangolo di tacco per Hysaj sulla destra. In occasione del gol di Milik era ben posizionato nell’area piccola sul cross di Mario Rui. Sull’1-1 ha fornito una palla d’oro ad Arkadiusz che solo per un niente non è stata sfruttata a dovere dal polacco. Ha colpito di testa in maniera quasi pericolosa. Ha conquistato falli tornando nella propria metà campo. E ogni volta è ripartito alla sua maniera. Era ovunque. Abbiamo rivisto la farfalla che conoscevamo. E ci sembra la notizia più bella.

Non è lui il centravanti

Ci è parso tornato in palla. E lo ha dimostrato anche nell’intervista concessa a Radio Kiss Kiss (e qui passiamo alle attenuanti) quando ha detto è anche cambiato il suo ruolo. Non è più il centravanti del Napoli. È la seconda punta – o sottopunta, come si dice adesso – del Napoli. I gol, lo ha confessato anche lui ed è stato bravissimo a farlo come se si fosse liberato da un’ossessione, sono diventati principalmente l’occupazione di Milik. Anche se Dries tornerà molto presto a segnarne. È evidente da come ha giocato in Europa League. Ci è sembrato un altro calciatore.

Le statistiche

E venendo alle considerazioni, proprio noi del Napolista otto giorni fa abbiamo pubblicato due statistiche non proprio irrilevanti. Con Mertens in campo, il Napoli segna di più e con maggiore frequenza. I calcoli sono fermi al pre Sassuolo-Napoli ma sono comunque indicativi: con lui in campo il Napoli segnava (ora la media si è un po’ alzata, avendo giocato quasi 180 minuti tra Sassuolo e Salisburgo) un gol ogni 43 minuti; senza di lui, uno ogni 65. E l’altro dato riguardava la coppia d’attacco grazie a cui il Napoli va in rete con più facilità: con Dries e Milik in campo, il Napoli segnava una rete ogni 34 minuti.

Vogliamo dire che anche in una stagione considerata meno felice – ma, ripetiamo, è cambiato il suo ruolo – Mertens ha confermato di essere una pedina fondamentale per il gioco d’attacco e non solo del Napoli. In più, in Austria lo abbiamo visto rinfrancato e più sereno. Il gol è solo una questione di tempo. Noi, francamente, siamo molto sereni.

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