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Il Chelsea lancia la campagna #WeRemember per la Shoah

Abramovich è di origini ebree e lancerà la campagna nel giorno della memoria il 27 gennaio. Pugno di ferro nei confronti dei tifosi

Il Chelsea lancia la campagna #WeRemember per la Shoah

#WeRemember

Il Chelsea ha lanciato una campagna di social media per aumentare la consapevolezza della Shoah, con lo slogan “Noi ricordiamo”. La campagna sarà lanciata in occasione giorno della memoria dell’Olocausto il 27 gennaio. Il Chelsea sta esortando le persone a pubblicare sui social media le foto di loro stesse che contengono l’hashtag #WeRemember. È il terzo anno dell’iniziativa in collaborazione con il World Jewish Congress.

Maurizio Sarri

Nel video compaiono le testimonianze di César Azpilicueta, Eden Hazard e Olivier Giroud, di Maurizio Sarri, delle giocatrici della squadra femminile del Chelsea Millie Luminosi e Hannah Blundell. «L’Olocausto ha mostrato al mondo cosa può accadere quando all’odio è permesso di crescere senza controllo» dicono i testimonal del video. Chelsea FC e il Congresso Ebraico Mondiale stanno lavorando insieme per dire no all’antisemitismo e dare un cartellino rosso all’odio. «Dobbiamo chiarire che non c’è posto per l’odio religioso, etnico o nazionale, sia dentro che fuori dal campo. Questo è il motivo per cui sosteniamo la campagna We Remember for International Holocaust Remembrance Day. E anche tu dovresti. Se impariamo tutti dal nostro passato, possiamo costruire un futuro migliore per tutti. Insieme, ricordiamo».

L’inchiesta Uefa

Il Chelsea è sotto accusa dopo che alcuni suoi tifosi hanno ripetutamente fatto commenti antisemiti, canti e gesti, in particolare, contro il Tottenham squadra sostenuta da un gran numero di ebrei. L’Uefa ha aperto un procedimento per i fatti avvenuti in Europa League contro gli ungheresi del Mol Vidi.

Visita ad Auschwitz

Roman Abramovich, il magnate russo di origine ebrea, per combattere le forme di razzismo che puntualmente si ritrova ad ascoltare allo Stamford Bridge nei match casalinghi del suo Chelsea ha lanciato un ultimatum a tutti quei tifosi ritenuti colpevoli di comportamenti razzisti, i quali potranno scegliere se: non farsi vedere più allo stadio, oppure partecipare ad attività alternative, tra cui una visita al campo di concentramento di Auschwitz e comprendere  il peso delle parole urlate negli stadi.

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