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Il bello del sughero

Materia

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Contaminare materiali organici con quelli inerti per efficientare gli edifici. L’esperienza di Diasen

di Sergio Ferraris*

Produzione di materiali naturali per sviluppare cultura e design senza dimenticare l’efficienza energetica e l’economia circolare. Questa in estrema sintesi l’attività di Diasen. Ne abbiamo parlato con Diego Mingarelli, Presidente e CEO di Diasen.

Come nasce Diasen e perché è orientata su bioedilizia ed economia circolare?
«Diasen nasce più di vent’anni fa da un’azienda di famiglia specializzata in solventi, fondata sulle competenze artigianali e creative di mio padre, che aveva un approccio creativo da alchimista più che da chimico. L’attenzione verso la ricerca e l’utilizzo di materie prime naturali ha portato alla scoperta del sughero, elemento fondamentale nella creazione dell’azienda. Orientata verso la sostenibilità, si è distinta nel settore dell’edilizia e dell’architettura offrendo soluzioni innovative basate su materiali naturali, un’alternativa unica rispetto alle opzioni disponibili sul mercato tradizionale».

Realizzate prodotti per l’edilizia con materiali naturali. Qual è la vostra filosofia?
«Si fonda su due pilastri: l’uso di materiali naturali quali argilla, pomice e sughero e la valorizzazione della tradizione architettonica mediterranea che incorpora metodi costruttivi efficaci per il risparmio energetico. Questa combinazione permette di ottenere edifici che offrono protezione ottimale dal caldo e dal freddo, promuovendo la salubrità e il comfort. L’approccio integra bellezza estetica e prestazioni energetiche, ispirandosi alla storica architettura romana per creare spazi vivibili che rispettano l’ambiente senza sacrificare il benessere delle persone. Questi sono i princìpi della nostra filosofia nel settore dell’architettura sostenibile e puntano a influenzarne lo sviluppo nei prossimi decenni».

Perché la scelta del sughero?
«Il sughero è centrale nella nostra identità, materia prima distintiva del Mediterraneo, presente in Italia, con la Sardegna che ne rappresenta l’epicentro, in Francia, Spagna e Portogallo. Riflette i valori di sostenibilità ed economia circolare, offre eccellenti proprietà di isolamento termico e acustico, resilienza, durabilità e leggerezza. Lo abbiamo scelto per queste caratteristiche, puntando a integrare ingegneria e scienza con ecologia e sostenibilità, rispondendo efficacemente ai bisogni di protezione climatica e promuovendo una filiera ecologica e sostenibile per le future generazioni».

Ci illustra la lavorazione del sughero e perché ha un ruolo importante nell’economia circolare?
«Abbiamo stimolato lo sviluppo di una filiera innovativa attorno al sughero. Di quello della Sardegna, tradizionalmente destinato alla produzione dei tappi per l’industria del vino, ne usiamo gli scarti, trasformandoli in polveri e granelli per creare bio malte e bio pitture. Queste soluzioni offrono leggerezza e proprietà termiche, acustiche, antimuffa e anticondensa, adattandosi a qualsiasi forma architettonica, per interni ed esterni. Un’interpretazione moderna dell’architettura mediterranea, coniugando natura e innovazione e risparmio energetico degli edifici».

Questo utilizzo potrebbe mettere questa coltivazione al riparo dalla crisi indotta dalla diminuzione dell’utilizzo del tappo di sughero. Come?
«Abbiamo lanciato una nuova gamma di prodotti nel settore del sughero, tradizionalmente dominato dall’industria dei tappi, offrendo soluzioni innovative che rispondono anche alle crisi occasionali in questo ambito, legate all’industria vinicola. Come B Corp e Benefit Corporation, ci impegniamo a sostenere non solo l’ecologia ma anche il valore sociale del sughero, preservandone le antiche tecniche di lavorazione che caratterizzano le foreste sarde. Questo impegno rivaluta l’importanza culturale e lavorativa dei “bucadori” della Gallura sarda, custodi di un’eredità che richiede un profondo rispetto per la natura, per le querce da sughero e per l’ecosistema che generano».

Quali certificazioni possiede il vostro prodotto?
«Ci differenziamo nel settore creando prodotti unici e promuovendo tecnologie innovative meno comuni nell’architettura e nelle costruzioni per accrescere la nostra reputazione e credibilità a livello globale. Puntiamo su una strategia di certificazione coerente con le nostre tecnologie e competitiva. Abbiamo certificazioni internazionali come l’Environmental Product Declaration (EPD), che evidenzia il nostro impegno ecologico e il ciclo di vita dei prodotti e certificazioni specifiche, come quella ottenuta in Francia oltre dieci anni fa (Avis Technique, una delle prime) per le nostre bio malte termiche, riconosciuta per la sua complessità dall’ente france-se STB e in Inghilterra con il BBA. Così siamo in grado di superare gli standard obbligatori, guadagnando fiducia presso architetti e professionisti internazionali nel mercato in crescita della bioedilizia e delle soluzioni green».

Qual è il vostro mercato di riferimento?
«La nostra visione internazionale ci posiziona principalmente in Europa, rivolgendoci al settore dell’architettura e dell’ingegneria. Valorizziamo il concetto di benessere, includendo il comfort termico e acustico. La nostra filosofia promuove un nuovo rapporto tra uomo e natura, integrando ecologia, comfort e bellezza nel costruire. Abbiamo partecipato a numerosi progetti internazionali, tra cui musei, metropolitane, scuole e hotel, nonché nella costruzione e restauro di edifici, senza limitazioni sulle destinazioni finali delle nostre tecnologie innovative».

Come si svilupperanno questi mercati e come muterà il vostro business?
«In collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, abbiamo pubblicato un libro intitolato “Comfort sostenibile”, identificando il comfort sostenibile come elemento chiave nel nostro settore per i prossimi anni. Con la Facoltà di Economia, abbiamo esplorato l’importanza del benessere evidenziando come la sostenibilità da sola non sia economicamente attrattiva senza considerare il benessere delle persone negli edifici. Così si integrano le esigenze individuali con la responsabilità collettiva verso le generazioni future, proponendo una visione di sostenibilità orientata dai bisogni reali invece che da imposizioni esterne. Il futuro della progettazione deve bilanciare risparmio energetico, benessere e salubrità, aspetti sui quali continueremo a focalizzare le nostre ricerche e analisi».

Avete in serbo qualche novità?
«Bellezza, sostenibilità e comfort sono i tre pilastri fondamentali delle nostre tecnologie. I nostri materiali, un tempo sottovalutati e considerati solo per le loro performance, ora sono valorizzati come elementi di design, riflettendo la tendenza di architetti e progettisti a utilizzarli per la loro naturalità, sostenibilità ed estetica. Questo orientamento rende la sostenibilità tangibile e declinabile. Le nostre soluzioni integrano ingegneria e performance senza trascurare l’ecologia, contribuendo a una visione di bellezza profondamente etica e sociale, nel rispetto dell’umanesimo e dell’architettura che pone le persone al centro».

Come immaginate la vostra azienda al 2030?
«Ci immaginiamo come ambasciatori della cultura mediterranea del costruire per diffondere i nostri valori di sostenibilità ben oltre l’Italia e l’Europa. Riconosciamo un crescente bisogno globale per il nostro approccio, anche in contesti con diverse concezioni dell’abitare. Crediamo fermamente nel potenziale vincente della sostenibilità mediterranea e miriamo a promuoverla il più ampiamente possibile».

*Direttore di QualEnergia

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